Chirurgia estetica
- LIFTING CERVICO-FACCIALE
- LIFTING BRACCIA
- LIFTING COSCE
- BLEFAROPLASTICA (borse sotto gli occhi)
- RINOPLASTICA (gibbo piramide nasale)
- OTOPLASTICA (orecchie a sventola)
- MASTOPLASTICA ADDITIVA (aumento del seno)
- MASTOPLASTICA RIDUTTIVA (riduzione del seno)
- MASTOPESSI (sollevamento del seno)
- GINECOMASTIA
- ADDOMINOPLASTICA (riduzione pancia)
- LIPOSUZIONE,LIPOSCULTURA,MICROLIPOSUZIONE
- LIPOFILLING
LIFTING CERVICO-FACCIALE
Si tratta di un intervento chirurgico atto a produrre un ringiovanimento completo del volto mediante il sollevamento e il riposizionamento di quelle strutture del viso che hanno perso elasticità e tono a causa dell’avanzare degli anni.In particolare, durante l’operazione, si procede al lifting suddetto attraverso delle piccole incisioni effettuate, secondo i casi, in anestesia locale o generale e collocate generalmente dietro le orecchie.Tali incisioni permettono alla pelle di liberarsi dei tessuti profondi che vengono poi riposizionati indietro ed in alto, mentre si effettua contemporaneamente l’eliminazione dei tessuti in ecce
sso.
Il lifting cervico-facciale può essere diviso in tre interventi: il lifting facciale (zigomi e guance);il lifting del collo, lifting del sopracciglio (frontetemporale) Tutti associabili, se necessario, a trattameni quali la blefaroplastica, il peeling chimico, il laser resurfacing, etc.Dopo l’intervento è consigliabile che il paziente trascorra alcuni giorni di riposo a casa. Le medicazioni e le bende potranno essere tolte dopo 1-2 giorni, mentre per i punti di sutura è previsto un tempo di attesa di circa 5-10 giorni, periodo variabile tuttavia a seconda delle zone interessate. Il soggetto sarà in grado di tornare alle normali attività dopo 10-15 giorni dall’intervento. Tuttavia è consigliabile per qualche tempo l’uso di schermi solari per evitare il contatto diretto con i raggi del sole. Fra le potenziali complicanze del lifting cervico-facciale ritroviamo l’ematoma, l’infezione e la cattiva cicatrizzazione. Tali rischi aumentano nei soggetti fumatori, i quali sono tenuti ad astenersi o limitare fortemente il fumo nel periodo precedente l’intervento. Si raccomanda inoltre di evitare l’assunzione degli antinfiammatori perchè possono aumentare il rischio di sanguinamento in sala operatoria.
LIFTING BRACCIA
Il lifting delle braccia è l’ intervento che serve ad eliminare l’eccesso di tessuto dalla parte interna delle braccia, e che restituisce tono al braccio. I risultati sono in genere molto buoni e visibili subito dopo l’intervento.L’intervento si esegue in sala operatoria e in anestesia generale o in anestesia locale con sedazione
Esso comporta incisioni nell’ascella e lungo la parte interna del braccio,per un tratto più o meno lungo a seconda del tipo di correzione da fare.Attraverso queste incisioni un’area di cute e di strato dermo-adiposo viene asportata in modo da eliminarne l’eccesso. Viene così ripristinato il tono dei tessuti ed eliminate pieghe e rugosità La cute viene poi suturata con tecniche particolari.
L’intervento comporta delle cicatrici corrispondenti alle incisioni descritte; queste cicatrici posso essere più o meno evidenti; le stesse potranno essere eventualmente migliorate con un adatto trattamento.Preparazione pre-operatoria:
Si consiglia di non assumere aspirina o altri farmaci che la contengano almeno due settimane prima dell’intervento e due settimane dopo. L’aspirina può causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze.Trattamento post-operatorio:
Entro il giorno stesso o il giorno dopo il paziente potrà essere dimesso.
E’consigliabile limitare l’uso delle braccia per almeno 10/15 giorni dopo l’intervento onde evitare trazioni sulle ferite chirurgiche in via di cicatrizzazione. I punti di sutura verranno rimossi tra la 7a e la 15a giornata.Possibili complicanze:
Le complicanze legate all’intervento sono modeste.Esistono possibilità di infezione,di cicatrizzazione ritardata o anomala,di ematoma,ma sono rare.Ritorno al sociale:
Una ripresa dell’attività fisica moderata potrà avvenire dal primo giorno post-operatorio. Nei primi 15 giorni dopo l’intervento sarà comunque consigliabile il riposo onde evitare indebite trazioni sulle ferite. Successivamente la completa attività fisica potrà essere ripresa gradualmente.
LIFTING COSCE
Il lifting delle cosce è un intervento chirurgico volto ad eliminare l’eccesso cutaneo e sottocutaneo dalla faccia interna delle cosce, ridando al tempo stesso tono a tutta la cute della coscia.
I risultati sono in genere molto buoni subito dopo l’intervento; in alcuni casi però, per persone con cute particolarmnte tendente alla lassità, si può assistere, dopo qualche anno, a un progressivo ripristino della situazione originale. Nella grande maggioranza dei casi comunque questo non si verifica. Il lifting delle cosce è un intervento che si esegue in sala operatoria ed in anestesia spinale/epidurale o generale. Esso comporta delle incisioni che, partendo dalla regione inguinale, raggiungono la faccia interna della radice delle cosce e, procedendo verso dietro, la regione glutea. Attraverso tali incisioni la cute delle cosce, ed eventualmente dei glutei, viene stirata in alto in modo da eliminarne l’eccesso. La cute viene poi suturata nella nuova posizione.
L’intervento comporta delle cicatrici corrispondenti alle incisioni descritte; queste cicatrici potranno essere più o meno evidenti e potranno essere agevolmente coperte con un normale slip; le cicatrici stesse possono eventualmente essere migliorate chirurgicamente, in anestesia locale, non prima di sei mesi dall’operazione.
In alcuni casi sarà necessario posizionare un dreanggio aspirativo in corso di intervento.Preparazione pre-operatoria Si consiglia di non assumere aspirina o altri farmaci che la contengono per due settimane prima dell’intervento e due settimane dopo. L’aspirina può causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze.
Si consiglia di eliminare il fumo per almeno 2 settimane prima dell’intervento. Alcuni studi hanno dimostrato che l’incidenza delle complicanze è 10 volte superiore nei pazienti fumatori che non in quelli che non fumano. Se il fumo viene eliminato per 10 giorni o più prima dell’ operazione, l’incidenza delle complicanze è pari a quella dei non fumatori.
Alle pazienti in trattamento con contraccettivi orali si consiglia di interrompere l’assunzione di tali farmaci un mese prima dell’intervento.Trattamento post-operatorio:La paziente potrà camminare già il primo giorno dopo l’intervento ed entro 24-48 ore saranno rimossi gli eventuali drenaggi. Entro il giorno stesso o il primo giorno post-operatorio il paziente potrà essere dimesso
Sarà opportuno osservare il riposo per 10/15 giorni dopo l’operazione in modo da evitare indebite trazioni sulle recenti ferite chirurgiche in via di cicatrizzazione. I punti di sutura saranno rimossi tra la 7a e la 15a giornata. Possibili complicanze:Infezione. Essa può essere considerata la complicanza più frequente e può svilupparsi nel periodo postoperatorio. Tale complicanza è agevolmente trattabile con la comune terapia antibiotica; può costringere ad un allungamento dei tempi di degenza e condizionare un peggioramento degli esiti cicatriziali. Deiescenze. Può verificarsi la separazione dei margini della ferita in alcuni tratti, lungo il suo decorso, a causa di trazioni eccessive o di infezioni intercorrenti. Tale evenienza condiziona l’aspetto finale della cicatrice che può essere migliorato con un piccolo intervento in anestesia locale almeno sei mesi dopo l’operazione. Asimmetrie. Il residuare di eventuali asimmetrie potrà richiedere dopo 6 mesi dall’intervento, un ritocco in anestesia locale, nel qual caso è consuetudine che il chirurgo non applichi alcun tipo di parcella.Ritorno al sociale:Una ripresa dell’attività fisica moderata potrà avvenire dal primo giorno post-operatorio. Nei primi quindici giorni dopo l’intervento sarà comunque consigliabile il riposo per evitare indebite trazioni sulle ferite. Successivamente la completa attività fisica potrà essere ripresa gradualmente. La guida dell’automobile potrà essere consentita dopo 1 settimana e così l’attività sessuale (entro limiti ragionevoli). Potranno essere riprese le attività sportive dopo 4-8 settimane a seconda dell’intensità dello sforzo
BLEFAROPLASTICA
L’intervento di blefaroplastica consente di ridurre l’eccesso cutaneo delle palpebre superiori e/o inferiori e di eliminare le cosiddette borse palpebrali, che rendono l’occhio stanco e invecchiato. L’intervento, che può essere fatto a qualsiasi età, ridona un aspetto più rilassato e giovanile allo sguardo ed è possibile anche modificare la forma dell’occhio.Tuttavia non sempre è possibile rimuovere le rughe o le pieghe della cute intorno agli occhi: spetta al chirurgo valutare la quantità di cute asportabile senza arrecare danni. Spesso la blefaroplastica può essere associata ad altri interventi: ad esempio, se il paziente presenta sia un eccesso di cute sulla palpebra superiore, sia un abbassamento del sopracciglio, è preferibile intervenire anche con un lifting di quest’ultimo. Come tutti gli interventi di chirurgia estetica, la blefaroplastica viene accuratamente personalizzata al fine di rispondere alle reali esigenze e aspettative del paziente. In base alle condizioni fisiche e ai desideri di quest’ultimo, tenendo presente comunque il giudizio del medico, l’intervento può essere effettuato in anestesia totale o locale.
• Intervento di blefaroplastica superiore: si valuta e si disegna l’eccesso di cute da asportare tenendo presente l’esigenza di far ricadere la cicatrice finale in una normale piega, conseguenza dell’apertura dell’occhio. Si procede effettuando un’incisione lungo la piega della palpebra superiore, si asporta la cute in eccesso e l’eventuale grasso superfluo, si conclude suturando con punti endemici.
• Intervento di blefaroplastica inferiore: si esegue un’incisione sulla palpebra inferiore a circa 2 millimetri dal margine ciliare, si rimuove il grasso peribulbare o la cute in eccesso e si sutura con fili molto sottili. Se è necessario rimuovere solo tessuto adiposo, l’intervento può essere eseguito per via trans-congiuntivale, incidendo nel fornice congiuntivale inferiore.
La blefaroplastica può essere effettuata ambulatorialmente (ossia senza ricovero in una struttura idonea) o in regime di Day Hospital, consentendo al paziente di tornare a casa subito dopo l’intervento o dopo poche ore di osservazione. Decorso post-operatorio: durante le prime 24 ore successive all’intervento sarà applicata una leggera medicazione sugli o
cchi, da cambiare frequentemente; le principali conseguenze post- operatorie, molto variabili nell’intensità da paziente a paziente, sono edema, ecchimosi e discromie (gonfiore, arrossamento e variazioni di colore), effetti che tendono a scomparire tra i 5 e i 10 giorni. I punti di sutura vengono rimossi dopo 3 o 5 giorni dall’intervento. Sarà possibile ricominciare a guidare dopo una settimana, a svolgere attività sportive dopo due; il make-up potrà essere riutilizzato dopo una quindicina di giorni e sarà necessario evitare l’esposizione al sole per 3 mesi (è consigliato l’uso di occhiali da sole). Il risultato è duraturo: le borse di grasso non tornano più! Naturalmente il risultato finale dipende da una molteplicità di fattori : le condizioni fisiche del viso, la presenza o l’assenza di adipe, l’eta relativa della cute, la quantità e la qualità delle rughe presenti, la struttura ossea sottostante e le influenze ormonali. Inoltre, dal momento che l’invecchiamento è inevitabile, per “fermare il tempo” possono essere necessari altri ritocchi o lifting.
RINOPLASTICA
La rinoplastica è un intervento di chirurgia estetica che consente di adattare armonicamente il naso del paziente alle caratteristiche del proprio viso migliorandone quindi l’aspetto estetico e funzionale, riducendo e/o rimodellando lo scheletro cartilagineo ed osseo. L’operazione consiste nell’effettuare delle incisioni all’interno del naso, e, talora risulti necessario, si può ricorrere ad una piccola incisione nella striscia di naso che separa le narici (columella). Si accede successivamente alle cartilagini e alle ossa che costituiscono lo scheletro del naso “scolpendole”.
Se il naso deve essere ingrandito si possono aggiungere dei piccoli innesti di cartilagine o osso prelevati dal naso stesso (dal setto) o altrove (orecchie, ecc.). Se si tratta invece di un setto nasale deviato si effettua la settoplastica. La rinoplastica generalmente è eseguita in anestesia. Dopo la rinoplastica si procede alla medicazione del naso mediante dei cerotti ed un protettore di gesso o di materiale plastico rimovibile dopo una settimana. All’interno delle narici, invece, verranno inseriti dei tamponi che potranno essere rimossi dopo 1-2 giorni o, in caso di intervento sul setto nasale, dopo 2-5 giorni.
Il paziente sarà in grado di alzarsi dopo un giorno dall’intervento, ma dovrà attendere circa 1 settimana per la ripresa delle normali attività. Si raccomanda, tuttavia, di evitare l’esposizione al sole per almeno i 3 mesi successivi.
Dopo 2 settimane potranno essere riprese le attività sportive leggere, mentre quelle più intense dopo 4 settimane.I rischi della rinoplastica sono limitati e generalmente rari. Per precauzione si consiglia di evitare l’assunzione di aspirina e farmaci affini nelle 2 settimane precedenti e successive all’intervento. Si consiglia inoltre di evitare qualsiasi tipo di make-up sul viso il giorno stesso dell’intervento. I soggetti fumatori sono tenuti ad eliminare il fumo almeno 2 settimane prima dell’operazione mentre si consiglia alle pazienti che assumono contraccettivi orali di interromperne l’assunzione almeno 1 mese prima.
Le possibili complicanze dell’intervento di rinoplastica includono: il sanguinamento, l’infezione e le reazioni all’anestesia.Il risultato della rinoplastica è permanente e le cicatrici risultano praticamente inesistenti. L’aspetto definitivo del naso si potrà vedere dopo due settimane circa dall’intervento, anche se può dirsi completo dopo circa 1 anno.
Nei rari casi in cui il risultato della rinoplastica mostri qualche imperfezione, sarà opportuno effettuare dei ritocchi.
OTOPLASTICA
Si tratta di un intervento chirurgico che mira alla correzione delle orecchie ad ansa, ovvero di quei casi in cui i padiglioni auricolari risultino un po’ troppo sporgenti e distanti dalla nuca a causa di una malformazione della cartilagine, che è lo scheletro portante dell’orecchio. L’operazione consiste in una piccola incisione praticata nel solco posteriore dell’orecchio. Si esegue successivamente l’asportazione di una piccola losanga di cute e si accede alla porzione di cartilagine da modificare; la piega mancante (antelice) viene ricreata e, se necessario, si eliminano parti di cartilagine in eccesso. Si provvede alla stabilizzazione della nuova forma delle orecchie mediante dei punti interni e l’incisione viene suturata. L’intervento di otoplastica può essere eseguito sia in anestesia locale che generale ed ha una durata che oscilla tra 1 e 2 ore. Nel caso in cui l’intervento sia stato eseguito in regime ambulatoriale o in day hospital (quindi in anestesia locale) il paziente sarà in grado di fare ritorno a casa dopo poche ore di osservazione; se l’intervento è stato praticato in anestesia generale sarà richiesta la permanenza del soggetto in clinica per 1 giorno. Appena eseguita l’otoplastica, sarà necessario usare una benda che circondi la testa in modo da proteggere le orecchie, ed è consigliab
ile tenerla per un periodo che varia da una settimana a un mese.
Il paziente potrà fare la doccia solo se la medicazione è protetta dall’acqua mentre per i capelli dovrà attendere la rimozione della medicazione. La rimozione dei punti si effettua dopo una settimana. E’ consentita la ripresa delle attività sportive leggere dopo due settimane circa, mentre per quelle più pesanti si raccomanda di attendere circa 5-6 settimane. Per scongiurare possibili rischi si consiglia alle pazienti che fanno uso di contraccettivi orali di sospenderne l’assunzione un mese prima di sottoporsi all’intervento di otoplastica, così come è consigliabile evitare l’assunzione di aspirina e simili due settimane prima e dopo l’operazione. Altre complicanze, tipiche degli interventi, possono essere il sanguinamento tra cute e cartilagine; infezioni, cicatrici ipertrofiche o cheloidi, elementi che potrebbero richiedere una ripetizione del’intervento di otoplastica.I risultati dell’otoplastica sono definitivi ed esteticamente soddisfacenti.
MASTOPLASTICA ADDITIVA
L’indicazione principale alla mastoplastica additiva è un volume mammario inadeguato.La ipoplasia ghiandolare può essere di tipo involutivo o da difetto di sviluppo.La ipoplasia da difetto di sviluppo è caratterizzata da deficit di cute, di tessuto sottocutaneo e di sottostante tessuto ghiandolare, mentre la forma involutiva è caratterizzata dal solo deficit di tessuto ghiandolare con eccesso relativo di cute e di tessuto sottocutaneo.La mastoplastica additiva è tra gli interventi più richiesti in chirurgia plastica.Mentre i chirurghi hanno perfezionato le tecniche per inserire le protesi così da garantire la minore interferenza con la funzionalità di questa importante parte del corpo femminile, per ridurre il trauma per l’organismo e la visibilità delle cicatrici, le aziende produttrici hanno migliorato la qualità delle protesi, studiato consistenze, forme e volumi nuovi per andare meglio incontro alle esigenze dei chirurghi e ai desideri delle donne, selezionato materiali più duraturi e compatibili con l’organismo che le accoglierà.Le protesi sono costituite da una capsula o un involucro in materiale(elastomero) siliconico molto resistente. Questo può essere liscio o ruvido(testurizzato ) riempito da una sostanza generalmente gel di silicone o una soluzione di acqua e zucchero(hydrogel) o una soluzione fisiologica(acqua e sale) o altro ancora, tutto perfettamente compatibile con l’organismo.Esistono protesi di forme e dimensioni diverse. Alcune sono rotonde, mentre altre hanno una
forma a goccia, più simile alla forma naturale del seno, dette per questo anatomiche. La forma è data per lo più dall’involucro della protesi stessa ma anche dal materiale contenuto. Quelle anatomiche per questo hanno in genere una consistenza un po’ più compatta, meno morbida.Chi vuole un seno rotondo anche nella parte superiore, effetto push-up, dovrà optare per le protesi di forma rotonda. È importante sapere che con il passare del tempo, in seguito all’azione continua della forza di gravità e all’invecchiamento naturale della cute, proprio la parte superiore del seno potrà svuotarsi causando una perdita di tono rispetto al risultato iniziale ottenuto.Le protesi a goccia consentono di ottenere un seno dalla forma più simile a quella naturale perché seguono il contorno naturale del corpo.Nella scelta della forma delle protesi è fondamentale il consiglio del chirurgo. La forma finale, infatti, dipenderà molto anche dalla forma e dalla struttura del proprio seno. La stessa protesi in seni diversi darà risultati differenti.Oltre alla forma è necessario scegliere le dimensioni. Nel valutare questo bisognerà prendere in considerazione non solo il volume ma anche la proiezione in avanti, la sporgenza laterale e la vicinanza dei seni tra loro. Questi elementi devono contribuire, insieme, a rendere armoniosa tutta la silhouette.Per ogni forma c’è una vasta gamm
a di misure. Il peso viene calcolato in cc (centimetri cubici). Per poter essere adattate ai gusti e alle esigenze di chi si sottopone all’intervento, sia che si parta già da un seno di buone dimensioni che da un seno piccolo, ogni misura differisce dall’altra di pochissimo, sia per peso che per diametro, che per proiezione.Dopo aver scelto, con l’aiuto del chirurgo, la protesi più adatta al proprio caso, sia per forma sia per volume e proiezione, si può passare all’intervento.Questo consiste nell’inserimento della protesi nel seno. Per farlo il chirurgo deve eseguire un’incisione, cioè aprire una via d’accesso, che sia il meno visibile possibile. Esistono diverse modalità di intervento da scegliere in base alla grandezza della protesi scelta e alle esigenze di chi si sottopone all’intervento: quella che prevede un’incisione nel solco sottomammario; quella che prevede un’incisione periareolare e quella che prevede un’incisione sottoascellare. C’è poi un quarto modo che si avvale della tecnica endoscopica.Tutte e quattro queste soluzioni hanno pro e contro che riguardano la visibilità delle cicatrici e la praticità per quel che concerne l’inserimento delle protesi. Ogni chirurgo,poi, può consigliare la modalità che ritiene più adatta al caso e che unisce la semplicità di intervento, la propria abilità nell’eseguire una tecnica piuttosto che un’altra con le esigenze estetiche di chi vi si sottopone.Le protesi vengono inserite sotto la ghiandola mammaria ma, in base alla propria costituzione e all’effetto che si vuole ottenere, è possibile posizionarle sopra il muscolo pettorale oppure sotto il muscolo. Determinante nella scelta della posizione delle prot
esi è la maggiore o minore magrezza di chi si sottopone all’intervento.Se la persona ha un fisico molto asciutto e pochissimo seno naturale quasi sicuramente otterrà un risultato migliore optando per la tecnica sottomuscolare. In questo modo infatti non c’è il rischio che la protesi sia eccessivamente visibile e riconoscibile al tatto.Se una persona di costituzione normale o un po’ rotonda vuole aumentare il volume di un seno piccolo o medio, magari un po’ svuotato, allora potrà inserire le protesi anche sopra il muscolo, sotto la ghiandola mammaria, soprattutto se le protesi scelte non sono troppo grandi.La tecnica sottomuscolare è un po’ più impegnativa rispetto alla sopramuscolare e viene sempre eseguita in anestesia generale ma riduce la possibilità che il tessuto che naturalmente si forma intorno alla protesi avvolgendola come in una capsula, si contragga indurendo il seno. Inoltre la protesi risulta più protetta.Se il 70 per cento del risultato finale dipende dall’abilità del chirurgo, il restante 30 per cento dipende da pochi ma importanti accorgimenti da seguire subito dopo l’intervento.Fondamentale è l’utilizzo di un reggiseno specifico che sorregga perfettamente il nuovo seno avvolgendolo senza comprimerlo troppo o forzarlo in una posizione innaturale. L’uso di questo reggiseno stabilizza la simmetria, migliora la forma e riduce il naturale gonfiore che si ha dopo l’operazione.Dopo circa 10 giorni dall’intervento il chirurgo controlla le incisioni e rimuove i punti di sutura. Per ridurre il rischio di contrazione capsulare il chirurgo insegna un automassaggio da eseguire tutti i giorni con costanza e delicatezza.Il risultato finale, definitivo, si ha nel giro di tre mesi circa. Durante questo periodo è importante non praticare sport che possano provocare traumi al seno e rovinare tutto.Le protesi non sono immutabili nel tempo. Nel sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva dunque bisogna pensare che dopo un certo numero di anni sarà necessario sostituirle o toglierle, se si preferisce. La durata di una protesi è in genere di circa 15 anni ma per evitare e prevenire qualsiasi tipo di complicanze il chirurgo di solito consiglia di cambiarle dopo circa 10 o 12 anni, prima cioè che la loro qualità peggiori.
MASTOPLASTICA RIDUTTIVA
Intervento di chirurgia estetica che consiste nella riduzione del volume delle mammelle e nel miglioramento, mediante rimodellamento, del loro aspetto nei casi di iperplasia. L’intervento consiste nell’asportazione di una parte di cute e di tessuto sottocutaneo e determina l’innalzamento del complesso areola-capezzolo e il rimodellamento dei tessuti circostanti.L’operazione viene eseguita in anestesia generale ed ha una durata complessiva di circa 3 ore. Il periodo post-operatorioè caratterizzato dalla presenza di un edema, o gonfiore, che tenderà a diminuire a partire dal terzo e quarto giorno dopo l’intervento, persistendo per settimane o alcuni mesi. Dopo 24 ore dall’operazione viene eseguita una medicazione di sostegno sostituita, in seguito, da un reggiseno confortevole che non dovrà essere tolto per almeno 3 mesi (ad eccezione dei momenti per l’igiene personale).
Dopo 5 giorni dall’operazione si provvederà alla parziale rimozione delle suture, la restante parte sarà rimossa dopo 12 giorni.
Nella prima settimana si consiglia alla paziente un periodo di rigoroso riposo evitando qualsiasi sforzo fisico; nelle 2 settimane successive la mastoplastica riduttiva, la paziente dovrà dormire in posizione prona e potrà riprendere gradualmente le normali attività fisiche (guidare, passeggiare, lavorare). Dopo 3 settimane sarà in grado di riprendere l’attività sessuale, i bagni di sole, i viaggi, le attività sportive che non prevedono sforzi eccessivi e le attività lavorative più pesanti.Le complicazioni post-operatorie quali il sanguinamento (accumulo di sangue nella mammella, rimovibile con il drenaggio, richiedendo però l’apertura di una delle suture); le infezioni (curabili con antibiotici); la perdita di sensibilità del capezzolo (generalmente temporanea e solo in rare occasioni permanente); le asimmetrie (queste asimmetrie possono riguardare la posizione dell’areola, le dimensioni della mammella e la sua forma. In genere si possono correggere in anestesia locale) sono piuttosto rare e, se trattate con prontezza ed efficienza, non comportano danni permanenti.Si può ricorrere alla mastoplastica riduttiva non solo per scopi estetici ma anche per la riduzione o eliminazione di sintomi dolorosi, senso di fastidio alle mammelle, al collo, alle spalle e alla porzione alta della colonna vertebrale.
Prima di sottoporsi all’intervento di mastoplastica è necessario innanzitutto eseguire una mammografia per assicurarsi che non siano presenti malattie a carico della mammella; si consiglia inoltre di evitare almeno 2 settimane prima e dopo l’intervento l’assunzione di aspirina o farmaci che contengano lo stesso principio attivo. Si raccomanda alle pazienti che fanno uso di contraccettivi orali di interromperne l’assunzione 1 mese prima dell’intervento. Il risultato della mastoplastica riduttiva sarà assolutamente naturale, ad eccezione delle cicatrici, che resteranno permanenti nonostante divengano col tempo poco evidenti. In tutto si avranno tre cicatrici: una circolare intorno all’areola, una nel solco sottomammario, una verticale che le unisce.
MASTOPESSI
La mastopessia è un intervento predisposto per il rimodellamento e il sollevamento della mammella senza riduzione o aumento di volume. L’operazione prevede un rimodellamento del tessuto mammario con spostamento dell’areola in una posizione più alta con un aumento della consistenza della mammella e mediante una riduzione del tessuto cutaneo. La mastopessi non comporta un aumento di dimensione delle mammelle; qualora fosse richiesto un aumento di volume l’intervento potrà essere combinato con l’inserimento di protesi mammarie.Quantunque non sia nota quanto la mastoplastica additiva o riduttiva, la mastopessi è un intervento richiesto molto frequentemente. L’operazione sarà effettuata in anestesia generale con la paziente completamente addormentata, potrà eventualmente variare a secondo dei desideri della singola paziente e del giudizio dell’anestesista.Misure e disegni, che sono una parte essenziale dell’operazione, sono eseguiti prima che la paziente venga addormentata, in posizione eretta in piedi o seduta. Rappresentano una guida per le incisioni durante l’intervento quando la paziente è in posizione supina. L’operazione consiste nella rimozione di parte della cute della mammella, uno spostamento verso l’alto dell’areola-capezzolo e in un rimodellamento dei rimanenti tessuti in una configurazione più alta per ottenere così una maggiore consistenza. Se è necessario utilizzare delle protesi, esse vengono inserite a questo punto. Le incisioni sono suturate con materiale di sutura riassorbibile in modo da non dover rimuovere i punti.
Le cicatrici lasciate da questo intervento divengono meno evidenti con il tempo ma sono permanenti. Secondo le necessità del rimodellamento e la tecnica impiegata si può avere solo una cicatrice periareolare oppure in associazione una cicatrice verticale o, se necessario, anche una cicatrice nel solco sottomammario; di quest’ultima può essere prevista approssimativamente la lunghezza in fase preoperatoria. Non vi sono cicatrici al di sopra dell’areola nel quadrante superiore della mammella. Generalmente vengono applicati i drenaggi per evitare una raccolta siero-ematica all’interno della mammella.Preparazione pre-operatoria
Evitare di assumere aspirina o tarmaci che la contengano per 2 settimane prima e 2 settimane dopo l’intervento.
Alle pazienti in trattamento con contraccettivi orali si consiglia di interrompere l’assunzione di tali farmaci un mese prima dell’intervento.Trattamento post-operatorio:La medicazione verrà rimossa dal medico e non deve essere rimossa e/o bagnata dalla paziente. Dopo 24-48 ore verranno rimossi i drenaggi aspirativi.
È consigliabile nelle 2 settimane successive all’operazione non sollevare le braccia sulla testa, evitare qualsiasi sforzo fisico e dormire in posizione prona.Docce, bagni sono consentiti dopo la rimozione delle medicazioni, generalmente dopo 1 settimana. Il trattenersi a lungo nella vasca da bagno non è consigliabile.
Dopo l’intervento:Dolore. Il dolore è raramente intenso; molto più comunemente è presente un senso di fastidio ma comunque vengono sempre prescritti analgesici da assumere durante il periodo di ospedalizzazione ed a casa.Gonfiore. È sempre presente dopo l’intervento e si riduce gradualmente fino a scomparire completamente. Un modico grado di edema potrebbe persistere per qualche settimana o qualche mese. Subito dopo l’intervento viene fatto indossare un reggiseno confortevole del tipo utilizzato per attività sportiva e che dovrà essere indossato notte e giorno per 3 mesi. Un reggiseno del tipo necessario può essere fornito dal proprio medico. La medicazione verrà effettuata dopo 1 settimana. Possibili complicanze:Le complicanze sono rare e generalmente rispondono con prontezza a un trattamento appropriato senza effetti sfavorevoli sul risultato finale dell’operazione.Sanguinamento. Se si verifica sanguinamento dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nella mammella e richiederà l’apertura di una delle ferite al fine di rimuovere il sangue accumulato e prevenire ulteriori sanguinamenti.Infezioni. Queste si verificano molto raramente e generalmente rispondono bene al trattamento antibiotico.
Perdita di sensibilità del capezzolo. Questa è rara e temporanea ed è previsto che la sensibilità si riacquisti quasi completamente con il tempo. In rare occasioni essa può essere permanente.
Occasionalmente può essere necessario una revisione di qualche cicatrice al fine di ottenere un risultato estetico ottimale. La revisione è un intervento minore e può essere eseguita in anestesia locale, ambulatorialmente, dopo sei mesi almeno.Ritorno al sociale
Il lavoro e le attività sociali dovrebbero essere ridotte per almeno 2 settimane dopo l’intervento. Se il lavoro della paziente fosse tale da richiedere attività fisica quale sollevamenti, spinte, etc., sarà necessario un periodo di convalescenza più lungo.
Potranno essere riprese le attività sportive dopo 3 settimane per quanto riguarda attività più intense sarà preferibile attendere per lo meno 6 settimane.
GINECOMASTIA
La ginecomastia, condizione che si verifica o a seguito della pubertà sotto stimolo ormonale (ginecomastia vera) o per un eccesso di massa adiposa (ginecomastia falsa), è caratterizzata da un insolito sviluppo della ghiandola mammaria nell’uomo. L’aumento delle dimensioni di una o di entrambe le mammelle è, durante la pubertà, normale, ma può accadere che la naturale atrofia non intervenga a ripristinare la normalità, causando problemi per lo più psicologici. Il suo trattamento chirurgico varia a seconda delle 2 diverse tipologie sovra indicate.Per la ginecomastia “vera” si procede con la liposuzione sulla componente ghiandolare, intervento che, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente, per cui spesso è necessaria un’incisione periareolare per asportare la ghiandola . Nel caso della ginecomastia “falsa” basta una liposuzione.L’intervento, in entrambi i casi, si esegue con l’anestesia locale o, per specifiche esigenze, generale e necessita di una sola giornata di degenza o di day hospital. Una semplice fasciatura compressiva sarà applicata al torace come medicazione Tra le possibili complicanze ritroviamo fattori comuni a tutti gli altri interventi chirurgici come ematoma o reazione all’anestesia.
ADDOMINIPLASTICA
La chirurgia estetica dell’addome è indicata per chi desidera correggere deformità dovute ad eccesso di cute e adipe associato a lassità cutanea e muscolofasciale.Il candidato ideale per tale chirurgia ha un peso corporeo ben proporzionato alla statura e all’altezza, ha un eccesso di cute e grasso sull’addome con lassità muscolofasciale, è motivato e disposto ad accettare le inevitabili cicatrici post chirurgiche e, se donna, a rinunciare a gravidanze per lungo tempo.La deformità addominale post partum è la più comune indicazione alla chirurgia plastica dell’addome. Queste pazienti lamentano un’eccessiva prominenza dell’addome inferiore, che si evidenzia maggiormente in posizione eretta e che non migliora con l’esercizio fisico. In alcuni casi sono anche presenti rughe e smagliature. L’intervento viene effettuato solitamente in anestesia generale.La scelta del trattamento chirurgico e del tipo di incisione spetta in ultima analisi al chirurgo e dipende dal tipo di deformità del paziente. Nella paziente con la tipica obesità post partum si può utilizzare una delle quattro tecniche descritte da Grazer, Pitanguy, Callia e Regnault. L’incisione segue comunque la linea di minore tensione cutanea nell’addome inferiore in regione sovrapubica. Dopodiché viene effettuato uno scollamento sovrafasciale a campana sino alle arcate costali. Viene asportata la cute in eccesso, si stabilisce la nuova posizione dell’ombelico, si posizionano i drenaggi e si passa alla fase del modellamento e della sutura.Alla fine dell’intervento viene effettuato un bendaggio compressivo che la paziente terrà per 4-5 giorni, successivamente indosserà una guaina per circa un mese. Dopo questo periodo la paziente potrà riprendere anche l’attività sportiva.
LIPOSUZIONE
La liposuzione è una terapia chirurgica basata sul principio della eliminazione, per aspirazione selettiva, del pannicolo adiposo sottocutaneo in eccesso. Tale tecnica si avvale dell’uso di particolari strumenti le cannule di aspirazione. La liposuzione offre la possibilità di modellare le forme e le proporzioni corporee, è un atto chirurgico rivolto direttamente alla demolizione della pletora adiposa, senza interferire ne con l’assorbimento, ne con l’ingestione, ne con l’assimilazione del cibo. L’indicazione principale alla liposuzione è il trattamento delle lipodistrofie localizzate.Oggi giorno questa tecnica è applicata in quasi tutti i distretti corporei. Si ricorre infatti alla liposuzione per la rimozione di grasso in eccesso dal volto, dalle ginocchia e dalle caviglie.La liposuzione può inoltre essere utilizzata nel trattamento chirurgico della ginecomastia, come tecnica complementare negli interventi di mastoplastica riduttiva, come tecnica unica o in associazione all’addominoplastica tradizionale insieme alla tecnica di dermolipectomia convenzionale.Non è così semplice però.Anche se la liposuzione è un’operazione con alle spalle anni di esperienza e di perfezionamenti per quel che riguarda la tecnica e gli strumenti utilizzati, non bisogna pensare che possa essere la soluzione al proprio sovrappeso.È necessario sapere che la liposuzione serve a eliminare solo quegli accumuli di grasso resistenti alla dieta, all’attività fisica e agli altri trattamenti, che anche dopo l’intervento si può riacquistare peso e che i risultati saranno tanto migliori quanto più elastica è la propria pelle.Età, peso, altezza, abitudini alimentari, valori del sangue, pressione e altro ancora: tutto deve essere preso in considerazione quando ci si sottopone ad un intervento di liposuzione. Perché questo intervento
, al pari di altri, deve essere studiato volta per volta appositamente per la persona che vi si sottopone.Per arrivare al progetto finale (l’intervento) il chirurgo raccoglie, somma, confronta e valuta una moltitudine di dati, in modo da stabilire se l’intervento può essere eseguito e in che modo. Questi riguardano soprattutto lo stato di salute e le condizioni dell’organismo, l’età, il peso iniziale, l’altezza e la corporatura, ma anche le abitudini alimentari e di vita. Questi stessi dati, analizzati uno per uno, daranno i parametri per l’intervento. Diranno, cioè, quanto è possibile eliminare, da quale zona e così via. Non esistono vere e proprie tabelle con valori standard. Si tratta più che altro di una somma di valutazioni, a cui si aggiunge quella non meno importante puramente estetica della linea e delle proporzioni del corpo e della persona. Ci sono casi in cui 4 etti localizzati, in una ragazza magra, sono più evidenti e creano maggiore disarmonia che 3 chili distribuiti su fianchi, addome, braccia, cosce.L’intervento di liposuzione ha ormai moltissime varianti.L’esigenza di mettere a punto un metodo che risolvesse il problema dei cuscinetti con il minor trauma possibile per il corpo e i tessuti e la crescente richiesta hanno fatto si che nascessero nuove tecniche e che le classiche venissero perfezionate.La liposcultura oggi può essere esguita con cannule cosiddette tradizionali, con sonde a ultrasuoni, laser, oppure con le cannule vibranti.Per la scelta della tecnica più adatta al proprio caso, l’ultima parola spetta al chirurgo. Ciascun chirurgo tenderà a proporre la tecnica più adatta al caso ma in cui è special
izzato. L’importante è comunque rivolgersi a uno specialista serio ed evitare le soluzioni troppo semplificate.La liposuzione tradizionale negli anni ha avuto dei miglioramenti nella tecnica (un più mirato inserimento delle cannule nello strato cutaneo superficiale anziché profondo, che riduce il rischio di creare avvallamenti e irregolarità) e nella strumentazione: le cannule sono più sottili(quindi meno invasive), hanno diversi tipi di punte per adattarsi meglio al tipo di grasso e alla zona da trattare. Si utilizzano, infatti, cannule molto sottili(2,3,4 mm di diametro) collegate a un aspiratore o ad una siringa. Sono provviste di una punta smussata e di piccoli fori, nella parte terminale, che servono ad aspirare il grasso. Il chirurgo le inserisce sottocute ed effettua movimenti a raggiera che hanno lo scopo di frantumare le cellule di grasso. Queste vengono contemporaneamente aspirate attraverso i fori.Nella liposuzione con gli ultrasuoni il chirurgo inserisce sottopelle una sonda al titanio collegate a un apparecchio generatore di ultrasuoni.Emulsificato il grasso si passa alla fase di aspirazione. Questa tecnica risulta più vantaggiosa per il chirurgo perché richiede meno fatica, per questo motivo è utilizzata soprattutto quando è necessario agire in zone molto ampie o nei punti dove il grasso è più duro.Nella liposuzione con il laser l’apparecchiatura è dotata di un cavo in cui scorrono particolari ‘fili’ adatti al trasporto del raggio laser. Alla fine di questo cavo è applicata una sottilissima cannula del diametro di 1,5-2 mm, una sorta di ago senza punta. Tale ago ha l’unico scopo di fornire un passaggio di raggio laser, affinché questo entri sottopelle, laddove dovrà colpire il grasso. Il raggio laser utilizzato è a intermittenza. La frequenza dei ‘lampi’ è tale da colpire le
cellule bersaglio(quelle adipose) senza bruciare i tessuti limitrofi. La luce del laser che agisce sottopelle è visibile in trasparenza anche dall’esterno; in questo modo il chirurgo può seguire bene la direzione del raggio ed eseguire così il lavoro con precisione. Fatto questo, il chirurgo può procedere ad aspirare il grasso.La liposuzione con le cannule vibranti si avvale di cannule tradizionali collegate a un aspiratore e contemporaneamente a un motore elettrico o ad aria compressa. Sono in grado di muoversi rapidamente avanti e indietro, facilitando notevolmente il lavoro del chirurgo. Le cannule vibranti bombardano rapidamente le cellule di grasso e lo sciolgono. Ecco perché si rivelano adatte per intervenire nei punti dove il grasso è più duro o per agire su zone particolarmente estese. Poiché si tratta di cannule tradizionali, il grasso viene contemporaneamente emulsionato e aspirato.Dopo la liposuzione la pelle deve riadattarsi ai nuovi profili. È un processo graduale molto importante, perché se la cute riaderisce allo strato sottostante in maniera irregolare o troppo poco può essere compromesso il risultato finale. Per lo più questo effetto è un’automatica conseguenza della liposuzione stessa(è come se i tessuti cicatrizzassero) ma per essere sicuri che l’effetto lifting risulti uniforme è
importante, nel periodo immediatamente successivo all’intervento, indossare un bendaggio elastico o una guaina compressiva. Questo anche per velocizzare il decorso post operatorio. L’edema che si crea in seguito all’intervento si riassorbe lentamente, così che la pelle ha tutto il tempo per adattarsi ai volumi ridotti senza dar luogo a smagliature o senza rischi di perdere tono. Oltre a ciò, questo processo può essere favorito da massaggi linfodrenanti cui sottoporsi qualche giorno dopo la liposuzione.L’intervento di liposuzione è una tecnica di chirurgia ormai ben collaudata, ma come in ogni intervento chirurgico può verificarsi il rischio di infezione se l’attrezzatura utilizzata non è sterile. Ecco perché l’intervento deve essere eseguito nella sala operatoria di una clinica attrezzata.Non si pensi che una volta fuori dalla sala operatoria tutti i problemi di sovrappeso saranno risolti per sempre. È importante ricordare, infatti, che, per quanto possano essere eccellenti i risultati dell’operazione, una tendenza ad ingrassare, associata a una sregolatezza alimentare, non salveranno dal rischio di nuovi accumuli adiposi. Sarà dunque necessario, in ogni caso, riguardarsi, per non rendere vano il risultato dell’intervento chirurgico.
LIPOFILLING
Il lipofilling o liporistrutturazone o lipostruttura è l’intervento estetico di riempimento strategico delle zone depresse, cioè l’infiltrazione di piccole quantità purificate di grasso prelevato dal paziente stesso (lipofilling autologo). A causa di un forte dimagrimento, un trauma o semplicemente per costituzione naturale, alcune zone possono sembrare “vuote”, cioè mancanti di una rotondità che regalerebbe sensualità e forme più morbide. Un viso incavato conferisce un aspetto stressato e glutei piatti non hanno certo il fascino desiderato.La procedura chirurgica di lipofilling è una sorta di intervento opposto e complementare alla liposuzione. Con il lipofilling, parte delle cellule adipose, prelevate in un distretto corporeo del paziente stesso (tecnica di impianto autologo), vengono reimpiantate, tramite infiltrazione, in una zona che necessita di un certo riempimento.Fin dalle prime lipoaspirazioni si è pensato di riutilizzare il grasso estratto dai pazienti per reiniettarlo in altre zone del corpo per riempirle. Questa tecnica di reiniezione di grasso autologo, cioè proveniente dal paziente stesso, chiamata lipo-filling, per lungo tempo ha dato risultati deludenti perché il grasso reiniettato aveva tendenza a riassorbirsi in proporzioni importanti, rendendo i risultati aleatori ed effimeri. Di tappa in tappa, i risultati sono migliorati progressivamente, ma è soprattutto a partire dal 1995 che la reiniezione di grasso autologo è diventata un metodo dav
vero affidabile, grazie alla tecnica di purificazione detta “liporistrutturazione di Coleman”. Il principio operatorio consiste nel realizzare un vero e proprio autotrapianto di cellule adipose. Il lipo-filling è applicabile a un gran numero di depressioni naturali o post-traumatiche. Le indicazioni e gli obiettivi di questo tipo di intervento sono i seguenti:Indicazioni di ordine estetico: - riempimento e attenuazione di alcune rughe, soprattutto a livello del viso;- aumento della “pienezza” di un viso smagrito, o ai primi stadi dell’invecchiamento facciale;- restauro dei volumi e delle forme del viso, per esempio reso “emaciato” dall’invecchiamento;- come complemento associato ad alcuni lifting cervicofacciali, per migliorare l’armonia del viso;- secondariamente, dopo un primo lifting, per migliorare la compattezza del
terzo medio del viso senza ricorrere a un nuovo lifting.- aumento dei volumi del seno-aumento dei volumi del gluteo
Indicazioni in chirurgia ricostruttiva
- riempimento di una depressione dei tessuti a seguito di un trauma;
- correzione di irregolarità secondarie a una lipoaspirazione mal riuscita.
- ricostruzione post-mastectomia o post quadrantectomia
Il lipofilling è un vero intervento chirurgico che deve perciò venire eseguito da un chirurgo plastico competente e qualificato, formato specificamente a questo tipo di tecnica che eserciterà in un contesto realmente chirurgico. Prima dell’intervento verrà realizzato uno studio minuzioso, clinico e fotografico, delle correzioni da apportare.Il chirurgo valuterà spessore ed elasticità cutanea, individuerà i punti in cui c’è maggiore svuotamento e avvallamento; quindi stabilirà quale sarà la zona “donatrice” e la quantità di volume da infiltrare. Si studieranno schemi personalizzati per le incisioni da realizzare in maniera da rendere minima la possibilità di cicatrici visibili. Il lipofilling viene svolto nello stesso tempo chirurgico della liposuzione, in anestesia peridurale (o locale, a seconda della zona). Il grasso utilizzato per il riempimento proviene dal paziente stesso, prelevato tramite sottili cannule inserite all’interno del pannicolo adiposo in zone nascoste come l’interno del ginocchio, la piega glutea, i fianchi. L’adipe aspirata viene opportunamente
centrifugata e purificata. L’inoculazione avviene con una apposita siringa direttamente nella zona prestabilita distribuendosi e provocando l’effetto di riempimento desiderato La prima notte stanchezza e intorpidimento sono normali. Il materiale inoculato, provenendo dallo stesso organismo, non darà problemi di allergia o rigetto, anche se sulla zona potrà manifestarsi un leggero gonfiore che sparirà in una settimana. Le normali attività possono essere riprese gradualmente dopo 7 giorni per il lipofilling al viso e dopo 12 giorni per gambe e glutei. Normalmente le cicatrici sono esteticamente non rilevanti perché di dimensioni millimetriche e nascoste nelle pieghe cutanee. Gli esiti stabilizzati del riempimento saranno visibili dopo due-tre settimane, ed è possibile ottenere riempimenti maggiori o rifinire i risultati con altre brevi sedute successive.I risultati sono comunque legati a fattori come stile di vita, sbalzi
ponderali e invecchiamento.Il modellamento infiltrativo al viso dona un aspetto sano e seducente; inoltre è apprezzabile anche il delicato ringiovanimento provocato dallo stiramento delle rughe superficiali .La lipostruttura può modificare i contorni del viso, ingrandendone selettivamente alcune aree. Ad esempio, è possibile ingrandire gli zigomi senza ricorrere a soluzioni con maggior rischio d
i complicanze, come l’ impiego di protesi. Sempre nel caso degli zigomi, però, andrà considerato che il profilo ottenuto con la lipostruttura non sarà mai ‘tagliente’ come quello ottenibile con le protesi, e risulterà invece più arrotondato e naturale.Per quanto concerne le labbra, poichè il tessuto adiposo va iniettato profondamente, i risultati che si ottengono nell’ ingrandimento delle labbra, pur essendo permanenti, non sono comparabili, per definizione del profilo, con quelli ottenibili con i più evoluti filler riassorbibili iniettabili superficialment
e (i filler sintetici permanenti, invece, vanno anch’ essi iniettati profondamente ed offrono risultati comparabili, o inferiori, a quelli della lipostruttura, risparmiando al paziente, però, l’ intervento necessario per il prelievo del grasso).Al di fuori del viso la lipostruttura è indicata per il ringiovanimento delle mani. Anche in questa sede l’ infiltrazione di tessuto adiposo consente di correggere l’ assottigliamento di cute e sottocute che è correlato all’ invecchiamento. E’ possibile associare la procedura a trattamenti che eliminino o riducano le macchie cutanee (laser, peeling o creme).I rischi specifici della lipostruttura sono, in ordine di frequenza: gonfiore prolungato (anche 3-4 mesi), correzione insufficiente o eccessiva, riassorbimento parziale dell’ innesto adiposo per mancato attecchimento, irregolarità della superficie cutanea, cicatrizzazione patologica delle piccole incisioni necessarie per il trasferimento del grasso, pigmentazione delle aree cutanee trattate.